S. Agata de’ Goti. La storia di Diakite Famakan alla comunità alloggio ‘Alba Chiara’

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Quella di Diakite Famakan è una storia a lieto fine. L’adesso 18enne del Mali, è arrivato a S. Agata de’ Goti nel 2011 ed è stato affidato alla comunità alloggio ‘Alba Chiara’ di Laiano, punta più alta del territorio santagatese. Famakan si è integrato da subito abbastanza bene, ha frequentato la scuola e si è diplomato alle Medie ordinarie, mentre oggi frequenta il 1° anno del Professionale di Telese. Inoltre, il giovane del Mali si allena con la squadra di calcio locale, la Virtus Goti, come difensore centrale. Fino a questo punto, quella di Famakan potrebbe sembrare una storia finita bene, se si tiene conto che un ragazzino è partito da solo dal proprio paese, ha attraversato il Mediterraneo a bordo di un barcone ed è arrivato in Italia. In realtà, con il raggiungimento della maggiore età, Famakan dovrebbe lasciare la comunità alloggio di Laiano. Per ovviare a ciò, il titolare della comunità, Tonino Viscusi, sta provvedendo ad inserirlo nello staff della cooperativa. “Famakan continuerà a studiare e a giocare a calcio, ma allo stesso tempo mi sto adoperando per istruirlo ed inserirlo come operatore di comunità. Il tutto rispettando sempre i suoi impegni scolastici” – ha sottolineato Viscusi. Una volta diventati maggiorenni, infatti, gli ospiti delle comunità o vanno via per la propria strada o passano alle comunità per maggiorenni. Con Famakan, però, è subentrato anche un rapporto affettivo. “In Mali ho ancora mia mamma e dei fratelli, ma qui in Italia sono entrato a far parte di una nuova famiglia” – ha commentato. “Sono felice di poter rimanere nella comunità e di rendermi utile, ma sono altrettanto contento di continuare ad andare a scuola e a giocare a pallone”. Per festeggiare non solo la maggiore età, ma anche la concretizzazione di una situazione, Viscusi ha organizzato una festa per il giovane malese con i suoi compagni di squadra, dimostrando nei fatti anche il rapporto umano e sincero che si è creato tra i due. “Non me la sono sentita di lasciarlo andare – ha concluso Viscusi – perché Famakan è davvero come un altro figlio per me. Non nascondo le difficoltà oggettive che ho per tirare avanti la comunità alloggio in cui ad oggi siamo al completo. E’ circa un anno e mezzo, infatti, che lo Stato non ci manda fondi per l’assistenza ed il supporto dei minori migranti, ma io non posso abbandonarli. Si tratta di ragazzi che hanno una storia devastante alle spalle ed ora che sono in Italia, dobbiamo garantirgli una vita migliore di quella che hanno lasciato”. Sorride timido, Famakan, ti guarda con gli occhi che brillano dietro cui si nasconde un velo di tristezza.

Nella Melenzio



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