Unisannio. Bencardino critica la gestione "De Rossi". I docenti rispondo all'ex rettore

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Universita' degli Studi del SannioUniversita' degli Studi del Sannio

I docenti dell'Unisannio si dicono contrariati e criticano la lettera scritta dall'ex-rettore Filippo Bencardino. 

“L'immagine dell'Università delineata dal prof. Bencardino nella sua missiva non è quella dell'Ateneo in cui essi operano e non trova riscontro nei dati oggettivi misurati nel sistema accademico, sia su base nazionale che nel Mezzogiorno d'Italia”.

A scriverlo sono i docenti dell'Università degli Studi del Sannio che esprimono tutto il loro forte dissenso dopo “lettera” diffusa dall'ex-rettore Filippo Bencardino. Un Documento sottoscritto dall'85% dei Docenti in servizio presso l’Ateneo beneventano.

“Altrettanto non condivisibili – aggiungono i docenti – sono i contenuti riguardanti la democrazia interna e la gestione politica dell'Ateneo. Tali contenuti risultano tanto più incomprensibili, in quanto espressi da una persona che ha ricoperto per lungo tempo posizioni di responsabilità, sia nella sua Facoltà che nell'Ateneo. Dispiace notare che la ‘lettera’ del prof. Bencardino sembri dettata più da rancori personali che da una analisi oggettiva dello stato dell'Università del Sannio, alla quale i sottoscritti, Beneventani e no, sono legati da forte senso di appartenenza e di comunità”.

Bencardino nelle missiva, lunga e dettagliata, criticava aspramente l’operato dell’attuale rettore Filippo de Rossi. «Una esperienza che non esito a definire negativa, improntata ad una mera gestione fatta di ordinaria amministrazione. In questo triennio non mi pare sia stata posta la necessaria attenzione ai problemi specifici dell’Ateneo né a quelli derivanti dai cambiamenti avvenuti nel sistema universitario nazionale e nella Società contemporanea. E’ mancata finora una visione strategica sul futuro, nonostante la tua candidatura fosse stata presentata come innovativa e soprattutto democratica». L’ex rettore rimarcava inoltre anche una sorte di visione futurista dell’Ateneo. «Nessuna seria riflessione, invece, su una nuova missione da dare all’Ateneo, per ampliarne magari il raggio d’attrazione o per sperimentare percorsi formativi specializzati e più rispondenti alle esigenze del mondo del lavoro. Non si può certo considerare una innovazione nella didattica una diversa aggettivazione di qualche insegnamento già esistente, per “cogliere”, come è stato da più parti detto, le opportunità offerte dall’alluvione».



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