Spauracchio petrolio. Il Ministro: 'Basta veti'. Sannio con il fiato sospeso

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Altro che green economy. Il Governo Renzi punta al petrolio e se ne fa portavoce il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, in un'intervista rilasciata sulle colonne de 'Il Mattino' che ha già scatenato indignazione e preoccupazione, specialmente in Basilicata, terra già martoriata dalle trivellazioni petrolifere in val D'Agri: "Fare impresa è più difficile che altrove ma questo non vuol dire che si possa o si debba fare solo turismo" ed ancora "non si può continuare a far finta di nulla sapendo che sotto i nostri piedi ci sono enormi potenzialità energetiche, giacimenti di gas e idrocarburi indispensabili a garantire energia allo sviluppo del Paese. L’avvio dello sfruttamento delle risorse petrolifere - ha affermato - di cui gran parte del territorio è ricco ma che restano sottoutilizzate per non dire del tutto ignorate" è una sfida da vincere per il Sud. "Ci sono investimenti privati, e non da oggi, pronti ad essere attivati nel rispetto" ha sottolineato l’ex presidente dei Giovani Industriali, "delle più ampie garanzie di tutela ambientale. Penso alla Basilicata, alle coste della Sicilia, al progetto del gasdotto Tap". E dunque il Titolo V servirà anche a questo? "Sicuramente - ha risposto il ministro -. perché la rivisitazione di questo punto della Costituzione contribuirà ad accelerare il passo del Paese".

TRIVELLAZIONI NEL SANNIO, UNA QUESTIONE IN SOSPESO

Monta la preoccupazione in Basilicata ma non solo. In Campania, come è stato spesso ricordato sulle pagine di questo portale, c'è un discorso in sospeso su possibili ricerche petrolifere nelle province di Benevento ed Avellino. Due interessano il Sannio (Pietra Spaccata e Case Capozzi) con una larga fetta di comuni (specialmente del Fortore e del Tammaro), Benevento inclusa, coinvolte dai progetti. Un 'pericolo' che fu messo in evidenza da associazioni e stampa, con la Regione Campania che ha provato a far passare quasi inosservato l'iter per avviare le indagini petrolifere. Nacquero i comitati di protesta, poi i primi, timidi, interessamenti della politica locale, già finiti nel dimenticatoio: tutto questo condito dall'ambigua posizione del governatore campano Stefano Caldoro che non si è mai apertamente schierato contro le trivelle nell'entroterra sannita, e dal continuo tira e molla a colpi di delibere, permessi bloccati e attenzione mediatica. Nel Sannio ci fu anche un incontro, a Ginestra degli Schiavoni (leggi qui), con la Delta Energy ltd, la società britannica di Mr. Ferguson interessata ad investire nell'area fortorina. Tutto congelato ma è chiaro che se il Ministero dello Sviluppo Economico decide per il cambio di rotta, nessuno potrà opporsi, Regione, Province e Comuni.

TRIVELLAZIONI PETROLIFERE, NETTO 'NO' DI GREENPEACE
La decisione ministeriale mette in guardia le associazione ambientaliste, una su tutte Greenpeace, da sempre contro le trivellazioni petrolifere. Contattato da 'Il Quaderno.it', Luca Iacoboni, responsabile delle campagne Energia e Clima di Greenpeace Italia, si è così pronunciato: "Non c'è nessun beneficio per questo tipo di intervento, ma solo danni economici e svantaggi incredibili per la popolazione e il territorio". Con lo spauracchio trivellazioni tra Sannio e Irpinia e, come detto, Basilicata, Greenpeace alza la guardia: "Il futuro sono le energie rinnovabili - ha chiosato Iacoboni - interventi del genere servono solo a togliere investimenti alle rinnovabili. I sindaci e gli amministratori locali e regionali devono prendere posizione, senza se e senza ma perchè giganti dell'energia hanno prestato un'attenzione superficiale al cambiamento climatico, continuando ad investire nelle fonti fossili, e hanno trascurato le opportunità di guadagno nel settore in espansione delle energie rinnovabili. Ora queste aziende sono in difficoltà e i governi dovrebbero aiutarle ad indirizzarsi verso un percorso sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico''.
Gaetano Vessichelli

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