Unioni civili piu' vicine, il Wand: "Benevento ha dimostrato di essere pronta"
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Dopo una lunga discussione in Consiglio comunale a Benevento passa l'ordinde del giorno che spalanca le porte all'istituzione del registro delle Unioni Civili. Un passo storico per la città e la lotta ai diritti, ne abbiamo parlato con Giulia Tesauro del Collettivo Wand.
Tutto cominciò quando una coppia gay, dopo un bacio, fu cacciata via dalla villa comunale di Benevento. Da li in poi, in realtà anche da prima, le azioni e le attività del Collettivo Wand cominciarono ad intensificarsi come il dibattito in città. Un episodio che ha spinto molti a prender parte, a schierarsi su un argomento fino ad allora passato in sordina. Poi lo storico Benevento Campania Pride – seguito dall’arrivo della senatrice Cirinnà – ospitato proprio all’ombra dell’Arco di Traiano con l’onda colorata che invadendo le strade del capoluogo sannita, diede probabilmente il colpo di coda fiale e la spinta giusta affinché una breccia si aprisse realmente. Proprio da quello spiraglio, da questa connessione di episodi e dalla volontà, nonostante le lunghe attese, dalle attività messe in campo dai ragazzi e dalle ragazze del Wand che oggi si è giunti a questo ulteriore passo in avanti con il via libera, all'istituzione del registro delle Unioni Civili.
Sull’argomento, ilQuaderno ha sentito uno degli attivisti del Wand, Giulia Tesauro. Oggi avete vinto. Una vittoria sperata, voluta sofferta ma è solo l'inizio, ora che pensate di fare?
“Oramai non ci speravamo più. È un piccolo grande passo – dice Giulia – che verrà seguito da tanti altri. Innanzitutto occorre far capire all'Amministrazione comunale quali sono i vantaggi pratici, oltre che simbolici, dell'istituzione di un registro delle Unioni Civili. Oltre che avere una grande valenza morale e simbolica, infatti, porterebbe l'estensione alle coppie registrate di alcuni diritti sui servizi di pertinenza comunale, vale a dire, ad esempio, accesso alle graduatorie per le case popolari, ticket per aree con traffico limitato ai residenti. È chiaro che poi questa è solo espressione di una battaglia ben più ampia che va condotta a livello nazionale e che, ormai è evidente, non può più essere relegata a un ruolo di secondo piano”.
Voi avete seguito in aula lo svolgimento e la discussione si è protratta più del dovuto, cosa avete pensato?
“Ci ha stupiti da un lato l'apertura di alcuni soggetti politici aldilà degli schieramenti ideologici e dall'altro ci ha delusi l'atteggiamento di quei pochi che invece hanno continuato a usare l'ideologia come trincea dietro cui nascondere la propria illiberalità. Alla fine ha avuto la meglio chi ha compreso che quella dei diritti civili è una questione che riguarda la libertà di ogni singolo cittadino”
Benevento è pronta?
“Benevento ha dimostrato di essere pronta. Il 6 giugno al Pride, come oggi, ha scelto da che parte stare. Ha scelto di stare dalla parte della libertà, dei diritti, a dispetto di ogni paura, di ogni ipocrisia e finto moralismo”.
Il dato curioso, mi fa notare Giulia, è che l'attesa per questo ulteriore e speriamo ultimo passo, prima dell'istituzione del registro delle Unioni Civili a Benevento è avvenuto proprio il 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani. “Di questo stiamo parlando – dice – di diritti che vanno garantiti a ogni essere umano in quanto tale, e che non possono sottostare ad alcun credo religioso o politico. Di religione non si tratta, e la cattolicissima Irlanda ce lo ha dimostrato. Purtroppo l'Italia, sanzionata per questo dalla corte di Strasburgo, resta molto arretrata in materia di diritti LGBT. Azioni come questa, che partono dalle singole realtà locali, servono a dare soprattutto il segnale di quanto sia ampia la spaccatura tra istituzioni e popolo, servono a dimostrare che non è vero che la popolazione non è pronta, sono le istituzioni ad essere sorde. Quasi cinquant'anni fa - ha concluso - il mondo si commuoveva per quel sogno di Martin Luther King e mai avrebbe immaginato di vedere un uomo di colore come presidente degli Stati Uniti. I sogni muovono il cambiamento, è inevitabile, non lo si può arrestare. «Primavera non bussa, lei entra sicura» cantava De Andrè. Altrove già è primavera e presto arriverà anche qui”.
In serata è poi giunta anche una nota del Collettivo Wand. "Potremmo dire: abbiamo vinto. Ma la vittoria non è nostra - scrivono - anzi a ben pensarci non c’è neanche un noi da individuare e circoscrivere. Noi chi? Noi comunità LGBTQIA? Perchè saremo solo noi a beneficiare del registro? No. Stasera a Palazzo Mosti hanno vinto i diritti, hanno vinto le persone che li chiedevano e quelle che ne chiedono altri, ogni giorno, perchè l’uguaglianza riguarda tutti. Quello che abbiamo ottenuto stasera è solo una parte di ciò che chiediamo da anni ad una politica nazionale sorda o intenzionalmente ostruzionista, pavida, quando non ignorante e retrograda. Bussiamo alle porte del potere per chiedere solo un riconoscimento, ma ci viene voltata la faccia. Perchè se è vero che la politica è una cosa vera, concreta, allora questo è quello che ci è capitato in questi mesi. Abbiamo chiesto che il nostro amore esistesse in forma ufficiale e ci è stato negato. In Parlamento si ventilano approvazioni veloci, ddl che fanno lo slalom tra quel diritto e quell’altro (unioni sì, adozioni no). Ma non c’è più tempo. Benevento lancia un segnale forte e chiaro ai nostri rappresentanti in Parlamento, unendosi al coro di Comuni che hanno detto no alla disuguaglianza e sì all’amore, che si sono rifiutati di chiudere le porte in faccia a dei cittadini, a causa di un paradosso legislativo tutto italiano che si fa sempre più singolare, sempre meno giustificabile. La società italiana è pronta alle unioni civili? Oggi - concludono - Benevento risponde alla domanda senza giri di parole, senza benaltrismi o pose scettiche. E la risposta è bellissima".
Michele Palmieri