Iniziazione cristiana per 11 migranti a Sant'Agata de' Goti: "questione di cuore non di colore"
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L’augurio di mons. Battaglia: “Possiate sempre sentirvi accolti, voluti bene e amati”.
Giornata densa di appuntamenti quella vissuta ieri dalla diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti che oltre alle "24 ore per il Signore”, che si concluderanno questa sera nella parrocchia “Santo Stefano” di Telese Terme, si è stretta al vescovo mons. Battaglia per la celebrazione – svolta nella parrocchia di San Tommaso D’Aquino a Sant’Agata de’ Goti - dei sacramenti d’iniziazione cristiana per 11 migranti richiedenti asilo,
Il presule sannita ha amministrato il battezzo per otto giovani stranieri (7 giovani e adulti e un bimbo di 10 mesi) e conferito la Santa Cresima e la Prima Comunione agli stessi (3 di loro erano già battezzati).
I migranti, provenienti dal Ghana, dal Mali, dalla Costa D’Avorio e dalla Nigeria, ed ospiti, da circa 2 anni, del Cas Damasco 2, da diversi mesi stavano frequentando la parrocchia saticulana e collaborando ad alcune attività.
Il parroco don Domenico Napolitano, nel ringraziare il vescovo per la sua presenza e nel raccontare l’esperienza vissuta da questi giovani e da questi adulti che hanno lasciato le loro famiglie alla ricerca di una speranza, attraverso le loro drammatiche storie fatte di sofferenza e di dolore, ha ricordato che “l’amore di Dio va sempre oltre le differenze”.
Mons. Battaglia, nella sua riflessione, ha messo in risalto la necessità dell’integrazione sociale, fatta non solo di aiuto materiale, ma soprattutto di accoglienza e di accompagnamento. “Il male, contro cui dobbiamo lottare ogni giorno, ha dei nomi precisi: l’indifferenza che uccide più delle armi, i muri di chiusura che bisogna abbattere per accogliere l’altro così com’è (con tutte le vicissitudini di sofferenza, d’ingiustizia e di speranza che ognuno si porta dentro) e il pensare di sentirsi superiori o migliori degli altri. La diversità è sempre una ricchezza e il colore del sangue è uguale per tutti: non è una questione di colore, ma di cuore”.
Nel ringraziare la comunità parrocchiale per averli accolti ed accompagnati, mons. Battaglia ha rivolto, infine, un pensiero particolare proprio agli 11 migranti (8 uomini, 2 donne e il piccolo Andrew, il cui battesimo è stato chiesto dalla madre): “Con il battesimo, Dio ci fa un dono, quello della libertà. Ed anche se, in questo momento della vostra vita, non siete pienamente liberi e lo desiderate tanto, così come sognate per voi un futuro migliore fuori dal Cas, vi auguro di poter sentire dentro di voi la forza della libertà. E la libertà è il senso pieno della vostra dignità. Vi auguro, camminando e crescendo insieme noi con voi, d’imparare ogni giorno ad accogliere Cristo nella vostra vita, di crescere sperimentando sempre la bellezza dell’amore e di sentirvi sempre accolti, voluti bene e amati”.