Estorsioni a Psichiatria, De Lorenzo scagiona se stesso: Responsabilità sono altrove

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Nostro servizio – Si è conclusa pochi minuti fa la conferenza stampa convocata da Giuseppe De Lorenzo, medico e assessore alla Mobilità del Comune di Benevento, in relazione agli episodi estorsivi denunciati, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, presso il Servizio di Psichiatria (SPDC) dell'Azienda Sanitaria Locale sannita, ubicato presso l'Ospedale “Rummo”. De Lorenzo ha inteso intervenire in qualità di responsabile della struttura sanitaria dove, secondo i magistrati antimafia, sarebbero state consumate delle estorsioni da parte di Saverio Sparandeo, poi arrestato, ai danni di imprenditori che stanno costruendo un edificio in città.

Dopo le denunce dei familiari dei malati, che chiedevano conto delle responsabilità su quanto accaduto, il noto medico beneventano ha scagionato se stesso in quanto era in ferie nel periodo della degenza di Sparandeo e ha reso noto che al suo ritorno in servizio ha segnalato la situazione agli organi superiori dell’Asl da cui però non ha ricevuto risposta. In avvio di conferenza, De Lorenzo ha precisato di non aver nulla contro Saverio Sparandeo di cui è stato anche il medico e con cui ha avuto “sempre un ottimo rapporto”. Nonostante ciò, l’assessore si è chiamato fuori dalla vicenda perché, durante il ricovero di Sparandeo, egli non era a lavoro per usufruire di 2 mesi di ferie arretrate.

Al suo ritorno, però, De Lorenzo ha ammesso di essersi trovato dinanzi a una strana situazione: “Nel reparto era stata data una stanza tutta per Sparandeo. Una sorta di suite con frigorifero e antenna parabolica. Addirittura veniva lasciata la spazzatura fuori della stanza, proprio come avviene in albergo”.

Particolari che De Lorenzo ha detto di aver comunicato agli organi competenti: “Al mio rientro Sparandeo non mi ha ascoltato più. Ho informato chi di dovere ma non ho avuto risposte. Mi chiedo chi ha permesso tutto ciò. Penso che qualcuno ha manovrato la situazione. Perciò faccio appello al direttore generale dell’Asl Bruno De Stefano e al direttore sanitario Tommaso Zerella perché si metta un argine a tutto ciò per evitare conseguenze ancora maggiori. Sono disposto anche a incontrare il direttore del personale affinché si faccia chiarezza”.

Secondo De Lorenzo, la vicenda è grave anche perché sarebbe stata infranta la legge sulla psichiatria: “Sparandeo non poteva essere ricoverato per tre mesi ma al massimo 14 giorni. Successivamente alle sue dimissioni dalla struttura doveva essere preso in carico da un medico ma ciò non è avvenuto. Senza considerare la storia della stanza singola che non ha ragione di esistere”.

Per questi motivi, De Lorenzo ha rivelato che la DDA di Napoli ha aperto un fascicolo che raccoglie anche alcuni atti che egli stesso ha consegnato ai magistrati: “In questi anni ho accumulato prove in grado di schiacciare queste persone”.

Il responsabile dell’SPDC ha confessato ai giornalisti che “ciò che sta accadendo in questi ultimi mesi mi ha sconvolto la vita coinvolgendo anche la mia famiglia”.

Ciò perché sta subendo una procedura di licenziamento che, a suo giudizio, “si innesta in un problema politico”. De Lorenzo si è difeso dicendo “che ho speso una vita per la psichiatria. Sono stato io, in mezzo a enormi problemi, a volere la ristrutturazione del reparto che oggi è considerato all’avanguardia in Italia come hanno testimoniato le battaglie portate avanti dai familiari dei malati. Non riesco a capire come i vertici dell’Asl, involontariamente, si siano fatti trascinare. C’è qualcuno che tiene i fili e manovra ancora oggi la situazione. Io sono un medico dalle mani pulite e non ho alcun motivo di risentimento né con De Stefano né tantomeno con Zerella a cui mi lega una fraterna amicizia. Chiedo di incontrarli perché c’è un' inchiesta in atto e credo che ci aspetta un autunno caldo, se non saremo in grado di mettere un freno a tutto ciò”.

La polemica sul Servizio di Diagnosi e Cura dell’Asl è tornata d’attualità nei giorni scorsi dopo i fermi disposti dalla DDA partenopea per un giro di estorsioni avvenute a Benevento nei mesi scorsi. Il reparto è stato coinvolto nella vicenda in quanto i magistrati hanno appurato nelle indagini che Sparandeo si faceva condurre le vittime in ospedale con la complicità di un imprenditore. Subito c’era stata la reazione delle rete delle associazione dei familiari dei pazienti che avevano chiesto spiegazioni su quanto era stato dichiarato dagli inquirenti. La prima risposta è giunta oggi da De Lorenzo che ha declinato ogni responsabilità.
Pellegrino Giornale

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