Depistaggio a Mastella: "Da 17 anni e' un luogo aperto per la citta' "
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Gli attivisti del Centro Sociale Autogestito Depistaggio replicano al sindaco Mastella.
“Strane, mirabolanti e fantasiose le parole proferite dal sindaco della nostra città in merito alla questione del Centro Sociale Autogestito Depistaggio. Convinto di essere in una situazione di perenne campagna elettorale si dedica con sempre maggior attenzione ad un presenzialismo mediatico, a kermesse ‘presuntamente modaiole’, e ben poco al compito al quale, oramai un anno fa, si è candidato: quello di amministrare la città”.
Comincia così la nota degli attivisti del Centro Sociale Autogestito Depistaggio che rispondono al sindaco Clemente Mastella che nella giornata di domenica aveva (leggi qui) annunciato di voler “restituire ai cittadini” il pattinodromo occupato 17 anni fa dall’allora Collettivo Rive Gauche.
“La dovizia dell’impegno mediatico – aggiungono gli attivisti – non fa il paio con la necessità di affrontare problemi sociali e strutturali del territorio: disoccupazione, emergenza abitativa, trasporti, chiusura delle attività commerciali, speculazioni edilizie, questione ambientale, inquinamento. Uno dei pochi, e purtroppo significativo, atti del sindaco Mastella è stato quello della dichiarazione affrettata del dissesto del comune, paravento dietro cui nascondere probabilmente le inefficienze della sua amministrazione e pericolosissimo viatico verso la privatizzazione dei servizi e degli asset strategici della città. La questione ASIA ben si inquadra in tale contesto e piuttosto che affrontare nel merito la problematica si svia la questione dedicandosi a giornate ecologiche (ricordiamo cha a Benevento si paga una delle più esose tariffe relative alla gestione dei rifiuti). Proprio durante una di queste, seppur lodevoli iniziative, il sindaco, secondo un canovaccio a libera interpretazione, esterna in modo alquanto farraginoso e fuori contesto la questione degli spazi sociali e nello specifico quello del Depistaggio”.
Sulla vicenda Depistaggio arrivano poi alcune puntualizzazioni.
“A tal proposito – scrivono - riteniamo opportuno fare alcune precisazioni in merito alle ultime esternazioni del sindaco. Il pattinodromo di via Mustilli, finanziato con i fondi di Italia 90’, non è stato mai ultimato e consegnato alla città da nessuna amministrazione cittadina. Lasciato come un’opera incompiuta, tipica delle brame predatorie dell’accaparramento dei fondi pubblici e prive di visione strategica, è stato aperto alla libera partecipazione della cittadinanza solo grazie all’impegno di chi a partire dal 13 ottobre del 2000, e di tutti coloro i quali si sono aggregati nel corso degli anni, ha dato vita ad un processo di riqualificazione ed auto recupero dal basso di un’opera destinata ad essere monumento della speculazione e del degrado. Un’esperienza libera, gratuita e senza alcun onere per la pubblica amministrazione, che durante questi 17 anni di autogestione ha portato avanti progetti di inclusione sociale, sperimentazioni culturali, laboratori artistici, partecipazione democratica, di difesa dell’ambiente. Un luogo che è soprattutto spazio di incontro e crescita e dove lo stesso sport è questione caratterizzante, momento di libera aggregazione tra persone di ogni cultura ed età. (ne sono la riprova lo skate park e il campo da pallacanestro), vissuto al di fuori di logiche speculative e competitive, perché noi lo sport è soprattutto questo. Ed a proposito delle età, vorremmo ricordare al sindaco, che il depistaggio è costantemente attraversato da famiglie e bambini, giovani e meno giovani. L’insistenza che il sindaco ha ripetutamente posto sull’attenzione ai bambini e alle famiglie della città se da un lato va colto come importante segnale di umanità, dall’altro non può che farci restare basiti rispetto al ruolo che dovrebbe svolgere in città. Vorremmo ricordare al primo cittadino, che nonostante le roboanti promesse fatte in campagna elettorale, tuttora resta irrisolta in città la questione della mensa scolastica e che tali inadempienze oltre ad essere state fonte di problemi interni alla stessa maggioranza consiliare ed alla giunta, rappresento uno dei più gravosi disservizi che ricadono su genitori e bambini. Avere attenzione per i più piccoli, significa avere cura dell’ambiente , contrastare forme di inquinamento e farsi promotori di modelli di vita ecocompatibili, ed invece in quel di palazzo Mosti per mobilità sostenibile si intende il solo divieto di circolazione delle biciclette”.
E concludono. “Emblematica da questo punto di vista è la questione della Spina Verde al Rione Libertà, dove i gruppi e i collettivi dell’autorganizzazione sociale provvedono fattivamente a migliorare la qualità e la vivibilità di quello spazio, mentre è evidente l’assenza di una reale progettazione a medio-lungo termine su lavori pubblici ed infrastrutture sociali. Il Depistaggio, non il pattinodromo, che nei fatti non è mai esistito, è stato, è e sarà un bene comune della città e per la città. Attualmente, a mo’ di implementazione di percorsi sviluppati durante gli anni, si sta dando vita ad un esperienza di rigenerazione urbana resistente e partecipata con l’ulteriore valorizzazione degli spazi verdi circostanti la struttura in sinergia con un variegato mondo associativo. Il diritto alla città si sostanzia nel vissuto dei luoghi e non in forme patinate, e destinate all’abbandono, di contenitori vuoti”.