Conservatori italiani, Benevento primo per produzione nono per iscritti
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Soddisfazione per i numeri raggiunti dal Conservatorio di Benevento è stata dal presidente Caterina Meglio e dal direttore Giuseppe Ilario.
“Ieri pomeriggio, dal presidente della Conferenza dei direttori, ci sono stati trasmessi i dati statistici sui Conservatori italiani relativi all’anno accademico appena trascorso. I numeri testimoniano che il Conservatorio ‘Nicola Sala’ di Benevento è il primo in Italia per produzione artistica, con 345 concerti pubblici, e il nono per numero di iscritti”.
Lo rendono noto Caterina Meglio presidente del Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento e Giuseppe Ilario direttore dell’Istituto di Alta Formazione Musicale.
“Queste cifre – scrivono – nella loro fredda realtà, confermano quanto tutti noi sappiamo: il lavoro di squadra portato avanti in questi tre anni è stato il motore del balzo in avanti compiuto dalla nostra istituzione. Non può esserci un aumento del numero degli iscritti senza una testimonianza pubblica di qualità, i nostri concerti, e soltanto la strenua ricerca della qualità può consentire a una istituzione scolastica di prosperare. È per questo motivo che vi ringraziamo di cuore tutti, nessuno escluso.
Nessun Conservatorio si avvicina al nostro numero di eventi pubblici prodotti.
Ci superano per numero di allievi soltanto Milano, Bari, Palermo, Roma, Vibo Valentia, Frosinone, Avellino, Cosenza”.
Meglio e Ilario poi accusano. “E, con molto dispiacere, dobbiamo notare che soltanto scelte discutibili operate nel passato consentono ad Avellino di tenerci testa, visto che nel passato si è scelto di non assicurare al nostro Conservatorio tutta la filiera del jazz, costringendo dunque i nostri allievi a trasferirsi ad Avellino per il biennio, in pratica relegando il nostro triennio di jazz al ruolo di portatore d’acqua. Ma possiamo assicurarvi che stiamo già lavorando per sanare questa situazione a dir poco incresciosa, senza la quale avremmo guadagnato almeno un paio di posizioni. Concludiamo testimoniandovi la nostra commozione e la nostra gratitudine.
Le Istituzioni non sono fatte di pietre, ma di uomini e di donne”.