Confiscati oltre 6 milioni di beni alla camorra dalla DIA di Napoli
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Nella mattinata del 17 dicembre il Centro Operativo D.I.A. di Napoli ha dato esecuzione a tre distinti provvedimenti di confisca di beni, due dei quali definitivi, emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere - Sezioni Penale e Misure di Prevenzione.
Il primo provvedimento riguarda la confisca definitiva penale di numerosi beni fittiziamente intestati a terze persone, ma comunque nella disponibilità di soggetti apicali del clan dei casalesi, fazione Bidognetti. Tali beni erano già stati sottoposti a sequestro preventivo nel mese di giugno del 2009, all’esito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, che facevano emergere come Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto e Mezzanotte”, era stato per anni la mente economica della consorteria criminale, reinvestendo i proventi delle attività illecite dell’organizzazione in tenute agricole, masserie e lussuosi appartamenti, intestati a prestanome incensurati.
Tra i beni confiscati, del valore di oltre 3 milioni di euro: 3 immobili, 2 masserie con terreno e 13 terreni in provincia di Caserta, figura anche l’azienda bufalina di Cancello ed Arnone (CE) dove, nel 2008, venne ucciso Umberto Bidognetti, padre del collaboratore di giustizia Domenico, ad opera di un gruppo di fuoco diretto da Giuseppe Setola.
Il secondo provvedimento riguarda la confisca definitiva di prevenzione verso alcuni beni nella disponibilità di Rocco Veneziano, detto Romolo, geometra e imprenditore edile sessantaduenne di Casal di Principe (CE), riconosciuto punto di riferimento per la gestione degli interessi economici del clan dei casalesi, fazione Bidognetti. I beni raggiunti dal decreto di confisca, del valore di oltre 1 milione di euro, afferiscono ad una quota dell’impresa “Immobiliare Colle Verte s.r.l.” con sede in Terni, all’appezzamento di terreno e ad un fabbricato in Casal di Principe, già sottoposti a sequestro nel giugno 2010 in virtù del provvedimento del Tribunale di Santa Maria C. V., in accoglimento della proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dal Direttore della D.I.A..
Il terzo provvedimento riguarda la confisca operata nei confronti di Francesco Lampo, imprenditore edile cinquantunenne di Trentola Ducenta (CE), ritenuto, almeno fino agli inizi del 2000, organico al clan dei Casalesi, fazione Zagaria, particolarmente attivo nella riscossione di tangenti e reinvestimento degli illeciti proventi.
I beni raggiunti dal decreto di confisca, del valore di 2 milioni di euro, nello specifico individuati in un terreno, in un fabbricato e in 7 appartamenti in Trentola Ducenta, erano già stati sottoposti a sequestro nel dicembre 2013 dal Tribunale di Santa Maria C. V., in accoglimento della proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dal Direttore della D.I.A.